Stefania Miglietta dermatologa a Modena

Allergia al lattice

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L'allergia al lattice è una realtà in aumento sia in ambito professionale che non professionale. L'allergia è scatenata da proteine contenute nel lattice e dotate di un alta attività antigenica. Le possibili manifestazioni di allergia possono coinvolgere cute, apparato respiratorio e cardiovascolare, di variabile gravità.

Cos'è il lattice?

Il lattice è il principale componente della gomma naturale, costituente di numerosi oggetti di uso quotidiano in ambito lavorativo e non. La gomma naturale si ottiene dalla linfa lattea dell'albero della gomma, Hevea brasiliens, coltivato in America Centrale e Meridionale, in Africa e nel Sud dell'Asia.

Dove si trova?

  • Oggetti per uso medico e odontoiatrico: guanti, cerotti, contagocce per colliri, cateteri vescicali, cateteri per clisteri, maschere anestesiologiche, tubi endotracheali, palloni (ad es. Ambu), ago-cannule, bracciale dello sfingomanometro, barriere interdentali, elastici per apparecchi dentali...;
  • mezzi anticoncezionali: condom, diaframmi;
  • oggetti per l'infanzia: tettarelle, palloncini, giocattoli...;
  • equipaggiamenti sportivi: pinne, maschere subacquee, accessori per la vela, palle e palloni;
  • indumenti: bande elastiche, scarpe di gomme, impermeabili;
  • arredi e manufatti di uso domestico: guanti, tende per docce, borse dell'acqua calda, rinforzi per tappeti, isolanti per porte e finestre, adesivi, materassini ad aria;
  • varie: francobolli, gomme per cancellare, pneumatici.

Chi è a rischio di sensibilizzarsi al lattice?

Tutti posso essere a rischio di sensibilizzazione al lattice, sebbene tale rischio aumenti per chi è a continuo contatto con la gomma in ambito lavorativo (industria della gomma, operatori sanitari...).

Il sesso femminile sembra maggiormente a rischio, unitamente alle persone atopiche (predisposizione ereditaria a produrre anticorpi IgE), nello specifico asmatiche o affette da alcune sensibilizzazioni alimentari (banana, avocado, castagna, kiwi, ananas, albicocca, ciliegia, pesca, melone, pomodoro, arachide, noci, nocciola, patata, uva, fico, pompelmo, papaia, mango, frutto della passione).

Infine sono maggiormente a rischio i bambini affetti da spina bifida (anomalia congenita ossea a livello della colonna vertebrale).

Come ci si sensibilizza al lattice?

E' il contatto diretto con il lattice a scatenare la sensibilizzazione allergica:

  • per contatto cutaneo (es. guanti, preservativi);
  • per contatto mucosale (bocca, mucosa vaginale, mucosa rettale);
  • per via aerea (inalatoria): particelle di lattice sono adsorbite alle particelle di amido di mais, usato come polvere lubrificante per favorire l'indossabilità dei guanti. Le particelle aerodisperse, ad esempio in un ambulatorio dove i medici usano guanti in lattice, vengono respirate dai pazienti;
  • per via parenterale: iniezioni, prelievi, vaccinazioni o pratiche come tatuaggi o piercing.

Sintomi

I sintomi possono essere:

  • cutanei: orticaria, angioedema, dermatite da contatto. La dermatite da contatto può essere di tipo irritativo ed è favorita da fattori di tipo meccanici: dalla macerazione della cute per difetto di traspirazione allo sviluppo di una ipersensibilità ritardata verso additivi utilizzati nel processo produttivo. L'allergia vera e propria è dovuta ad una sensibilizzazione mediata da anticorpi IgE verso le proteine contenute nel lattice. Le manifestazioni cutanee possono essere localizzate nella sede di contatto (mani) o generalizzate, in caso di orticaria ed angioedema;
  • respiratori: rinite ed asma;
  • oculari: congiuntivite;
  • sistemici: shock anafilattico.

Continui e ripetuti contatti nei soggetti sensibilizzati (ad esempio per ripetuti interventi chirurgici) possono condurre ad un progressivo peggioramento dei sintomi, fino ai più gravi (shock anafilattico).

Quando va sospettata l'allergia al lattice?

  • Comparsa di gonfiore alle labbra in occasione di una visita medica/odontoiatrica o nel gonfiare un palloncino;
  • gonfiore/prurito alle mani se utilizzati guanti in gomma;
  • gonfiore/prurito in sede genitale se utilizzati profilattici o diaframmi o dopo visita rettale o vaginale;
  • rinorrea, starnuti, tosse stizzosa, prurito, lacrimazione o bruciore agli occhi , arrossamento della cute o vera crisi asmatica al posto o in concomitanza dei sintomi sopra descritti;
  • reazioni anestesiologiche anomale.

Come si fa diagnosi di allergia al lattice?

  • La diagnosi si basa essenzialmente sul cosiddetto «prick by prick», che rimane il test più utile: Si appoggia un guanto di lattice sull'avambraccio del paziente e si punge la pelle con un ago passando attraverso il guanto. L'ago, attraversando il guanto, raccoglie il lattice e lo inietta nella pelle. Se la reazione è positiva comparirà un pomfo nel giro di un quarto d'ora;
  • patch test;
  • il test del guanto (glove test, che consiste nel far calzare un guanto di lattice al paziente;
  • Ricerca nel sangue di anticorpi IgE diretti contro gli allergeni del lattice (RAST).

Il «prick by prick» é certamente il test più utile.

Raccomandazioni per i pazienti allergici

Occorre distinguere tra pazienti sensibilizzati sintomatici e non sintomatici.

Pazienti non sintomatici

In caso di sensibilizzazione al lattice (prove cutanee positive o evidenziazione nel sangue di anticorpi IgE verso il lattice) in assenza sintomi quando esposti al lattice, allo stato attuale non è possibile stabilire se rimarranno asintomatici nonostante l'esposizione o svilupperanno sintomi.

Per questi pazienti è sufficiente essere ben informati rispetto ai vari aspetti dell'allergia in modo da poter riconoscere eventuali sintomi ed avvisare in caso di situazioni di maggior rischio (ad esempio avvertire i sanitari in caso di intervento chirurgico).

Pazienti sintomatici

Nei pazienti sensibilizzati al lattice che manifestano sintomi, il ripetersi dell'esposizione aumenta il rischio di un aggravarsi delle manifestazioni cliniche.

Questi soggetti devono evitare in modo scrupoloso l'esposizione al lattice sia nella quotidianità (casa, lavoro) che in situazioni specifiche (visite mediche, interventi).

E' opportuno:

  1. evitare il contatto con materiale in lattice o ambienti contaminati dalla sua presenza;
  2. portare con sé una piastrina di riconoscimento, guanti alternativi da tenere in casa e da portare con sé in viaggio per eventuale emergenza;
  3. portare con sé una confezione di adrenalina autoiniettabile nel caso di anamnesi positiva per reazioni sistemiche;
  4. avvertire i sanitari prima di sottoporsi ad interventi od indagini diagnostiche.

Raccomandazioni per il personale sanitario

  • L'anamnesi deve essere mirata ad individuare una possibile allergia al lattice;
  • sottoporre i pazienti ad alto rischio ad indagini prima di pratiche medico-chirurgiche che comportano l'esposizione al lattice;
  • i pazienti allergici al lattice vanno, se possibile, indirizzati verso strutture ospedaliere in grado di allestire ambienti latex-safe (Torino, Firenze) in caso di interventi;
  • prelevare i farmaci direttamente dal contenitore piuttosto che forare il tappo, spesso in gomma, con l'ago;
  • negli ambulatori medici dove vengono usati materiali in lattice, i livelli più bassi di dispersione aerea sono registrati il primo giorno della settimana, che quindi è il giorno a minor rischio per il soggetto allergico al lattice.

Prodotti alternativi latex-free

Esistono in commercio guanti «alternativi» realizzati con polimeri sintetici (isoprene, neoprene, stirene-butadiene) con caratteristiche di sensibilità tattile e barriera simili oppure guanti in lattice naturale, polivinile o politene (sebbene non sempre garantiscono una protezione completa da malattie virali).

I guanti in lattice privi di polvere all'interno sono meno pericolosi (per ridotti livelli di dispersione aerea) ed il loro lavaggio ripetuto ne riduce l'allergenicità.

Esistono anche profilattici non in gomma naturale ma costituiti da polimeri sintetici.

Di Stefania Miglietta

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